IQ7YP e l’APRS di “recupero”

Storia dell’iGate/Digipeater di IQ7YP e di come la curiosità diventa passione.

All’inizio, quando l’idea stessa di diventare radioamatori era ancora lontana, girovagando per la rete finimmo su un sito che spiegava come trasformare una normale chiavetta per il digitale terrestre in un potente scanner. Incuriositi dalle innumerevoli potenzialità di uno strumento così economico, acquistammo “l’aggeggio miracoloso” iniziando a studiarne ogni possibile impiego. Fu così che, grazie ad un oggetto dall’aspetto apparentemente insignificante, ci furono aperte le porte dell’etere.

Fu indubbiamente una sorpresa piacevole quella offerta dal piccolo scanner. Broadcast, Radioamatori, Satelliti, Navi, Aerei e tanto altro ancora.

In tutto questo marasma di informazioni, una attività in particolare tocco’ in maniera profonda la nostra curiosità: un sistema di segnalazione automatica della posizione che consentiva di tracciare su una mappa la posizione di stazioni radio: l’APRS.

Con una breve ricerca capimmo le enormi potenzialità del progetto, ma ci rendemmo anche conto che la nostra zona era scarsamente coperta da questo sistema di trasmissione digitale. Nel frattempo noi eravamo cresciuti, eravamo diventati dei novelli radioamatori, e dalla nostra sete di sperimentare era nato il circolo Joha IQ7YP. Decidemmo quindi di sfruttare il nominativo del nostro piccolo gruppo per creare il nostro primo iGate APRS.

Il progetto era molto semplice e rudimentale: un piccolo dipolo in polarizzazione verticale fungeva da “orecchie” per la ormai famosa chiavetta rtl-sdr, collegata ad un piccolo PC di recupero. A dirigere il tutto, date le scarsissime doti del piccolo PC, c’era il più semplice e leggero software che riuscimmo a trovare: APRSIS32 (Foto 1).

Foto 1 – PC Asem Celeron con software APRS-IS collegato ad una chiavetta RTL-SDR

Fu una emozione accendere tutto e vedere, nonostante la posizione sfavorevole dell’impianto, la mappa del piccolo programmino iniziare a riempirsi di icone di auto, omini, antenne, casette, stazioni meteo e tanto altro: tutti trasmettitori che indicavano la loro posizione tramite una radio dotata di GPS.

Ora era possibile ascoltare e, mediante la rete internet, utilizzare altri nodi APRS dotati di sezione RF, scambiare messaggi con altre stazioni radio. Il piccolo iGate consentiva inoltre alle stazioni operanti nel raggio di pochi chilometri di essere localizzate.

Tutto il sistema funzionava regolarmente ma il piccolo PC e la “proverbiale” stabilità di Windows rendevano il sistema instabile e soggetto a continui blocchi.

Girovagando sulla rete in cerca di una soluzione, ci imbattemmo quasi per caso in un sito che spiegava come sfruttare un PC con a bordo Linux per creare un iGate stabile ed efficiente con una spesa pari ad una uscita in pizzeria. Fu così che il piccolo PC di recupero venne finalmente pensionato e sostituito con un Raspberry Pi 2, anch’esso recuperato da altro progetto, e pilotato dal software Direwolf (Foto 2). Il tutto privo di interfaccia grafica così da rendere il sistema il più leggero possibile.

Foto (2) iGATE APRS: Raspberry PI2 B con RTL-SDR, alimentato a batteria e collegato in wi-fi ad hot-spot UMTS

L’iGate era così diventato molto più affidabile ed efficiente. I costi di gestione si erano ridotti drasticamente mentre la stabilità del sistema era diventata indiscutibile. Quest’ultimo era inoltre raggiungibile da remoto ed utilizzabile da applicativi client. Dopo quasi un anno di funzionamento praticamente ininterrotto, disturbato solo da assenze di rete dati o elettrica, decidemmo finalmente di dotare il nodo di voce. Così finalmente la chiavetta RTL-SDR poté andare anch’essa in pensione; sostituita da un piccolo ricetrasmettitore palmare (Foto 5) interfacciato, tramite una scheda autocostruita (Foto 4), al Raspberry (Foto3).

Ancora sperimentazione; ancora materiale di recupero. Ancora tanta soddisfazione. Il piccolo igate/Digipeater funzionava ed irradiava nell’etere tutta la nostra gioia per il risultato ottenuto.

La soluzione però non era ottimale. Il piccolo palmare aveva una autonomia di poche ore e, per renderlo sempre operativo, fummo costretti ad inserirlo nella sua basetta di ricarica. Il risultato era un segnale disturbato, soprattutto in chiusura, da un pesante rumore di alternata causato dal carica batterie. Dopo un paio di mesi di esercizio durante i quali il piccolo Digipeater sapeva farsi riconoscere, soprattutto grazie alla sua “voce”ronzante, grazie al recupero di una radio veicolare ormai dismessa, riuscimmo a dare una voce presente e pulita al piccolo nodo.

Ora l’iGate/Digipeater è attivo in questa configurazione dall’estate del 2018, ininterrottamente e senza incertezze, sempre pronto a dare manforte, nel suo piccolo, alla costellazione di nodi APRS nati per ridare vita e valore ad un sistema digitale semplice ma al contempo utile non solo in ambito sperimentale ma anche sociale.

by IQ7YP

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Un commento:

  1. Gran bel articolo. Forbito e ben dettagliato, grande Pino!

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